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Aggiornato al 03-03-2022|
Vivere la casa

Bunker antiatomico: come realizzare un rifugio sotto casa

Vediamo come può essere trasformato l’interrato della vostra villetta in un rifugio dove ‘sopravvivere’ per un periodo compreso tra 1 e 3 mesi.

rifugio antiatomico

Dopo l'impennata di richieste per la realizzazione di piscine private in seguito al lockdown, da una settimana si registra un forte interesse per la realizzazione di rifugi antiatomici

Le aziende specializzate nella realizzazione di bunker registrano decine di richieste ogni giorno. I costi possono partire dai 90.000 € fino ad oltre mezzo milione di euro in funzione della superficie e capienza. 

La realizzazione di un’opera nuova comporta un permesso di costruire e dei tempi che potrebbero non essere compatibili con la situazione di un potenziale conflitto quindi vediamo come può essere trasformato l’interrato della vostra villetta in un rifugio dove ‘sopravvivere’ per un periodo compreso tra 1 e 3 mesi. 

La prima cosa da fare è definire quante persone dovrà ospitare il rifugio: ipotizzeremo di avere un nucleo di 5 persone, di cui tre adulti e due ragazzi. 

L’ambiente della casa da destinare al rifugio sarà l’interrato che è quasi sempre realizzato in cemento armato. Sarà necessario definire 5 macro aree all’interno dell’interrato: una zona di decontaminazione, una zona per cucinare, una per lo stoccaggio della dispensa e dell’acqua, una zona per dormire e una piccola zona da adibire a servizio igienico. 

La zona di decontaminazione ha bisogno di una doccia e di abbigliamento pulito per il cambio dei vestiti. 

La zona per cucinare dovrà essere attrezzata con tegami, padelle e materiale per la cucina, un piastra elettrica, se si dispone di una fonte energetica elettrica o in alternativa di un fornello con una bombola a gas. 

L’area per lo stoccaggio dovrà essere pulita e asciutta: sarà necessario stoccare bottiglie di acqua e una vasca di raccolta dell’acqua per gli usi quotidiani, le docce, il wc e la cucina. Sarà necessario prevedere delle scatole di plastica dove stoccare risorse di cibo a lunga scadenza. 

Per stimare le quantità di risorse per una sopravvivenza di 30 giorni calcoleremo 1 litro di acqua in bottiglia per persona al giorno, 3 litri/giorno/persona di acqua per altri usi come cucina e pulizia, 100 grammi di pasta oppure mezza busta di minestra liofilizzata, 100 grammi di riso, 1 scatola di pesce sott’olio come tonno o sgombro, che ha un elevato potere energetico, 1 scatola di carne in scatola, 50 grammi di patate, 30 grammi di legumi secchi, prodotti da forno come biscotti o crackers. 

Facendo due conti, per 30 giorni e per nutrire 5 persone sarà necessario stoccare 75 bottiglie d’acqua da 2 litri, una vasca da 450 litri di acqua pulita, 15 kg di pasta oppure 75 bustine di minestra liofilizzata, 15 kg di riso, 150 dosi di pesce o carne in scatola, 10 kg di patate, 5 kg di legumi secchi e 5 kg di biscotti, 5 litri di olio e 20 barattoli di pomodori in conserva. 

Sarà necessario prevedere prodotti di consumo come carta igienica, carta monouso e prodotti detergenti. 

La zona di riposo potrà essere realizzata con 5 brandine da campeggio oppure materassi gonfiabili e 5 sacchi a pelo o coperte e cuscini. Libri e giochi per intrattenere i più piccoli e abbigliamento di ricambio. 

L’area del servizio igienico potrà essere un bagno o lavanderia se già esistente oppure sarà necessario realizzare una latrina rialzata con una vasca di accumulo sottostante. 

Per quanto concerne l’energia elettrica la soluzione ideale è un gruppo elettrogeno con una scorta sufficiente di carburante da installare all’esterno dell’edificio o in un locale isolato dal resto del rifugio con un scarico dedicato per la combustione. In alternativa i pannelli solari con un accumulo a batteria potranno dare energia in caso di blackout.

Per coloro che non hanno la possibilità di acquistare generatori o pannelli, l’illuminazione potrà essere garantita da luci a gas tipicamente usate per il campeggio o da torce a batterie ricaricabile da ricaricare quando l’energia della rete è disponibile. 

Sarà importante dotare il rifugio di una radio per essere aggiornati sullo stato dell’emergenza e una eventuale ricetrasmettitore in caso di malfunzionamento o saturazione della rete cellulare. 

Sarà molto difficile realizzare un sistema di aerazione forzata filtrante. 

Infine sarà importante avere una scatola contenente farmaci e materiale per prima medicazioni nel caso in cui un membro del nucleo familiare si ferisse durante l’isolamento. Tra i farmaci da prevedere può essere utile avere una o più confezioni di pillole di iodio da usare esclusivamente in caso di nube radioattiva: se lo iodio radiottivo viene rilasciato nell'aria - si legge su un articolo di "Le Soir" - l'assunzione di ioduro di potassio «satura la ghiandola tiroidea, prevenendo così l'assorbimento di iodio radioattivo» e il conseguente «rischio di cancro alla tiroide».

Protezione Civile e Presidenza del Consiglio hanno rilasciato l'aggiornamento del Piano Nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari disponibile qui.

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